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L’adolescente oggi

Che vuol dire essere Adolescenti oggi?

Noi adolescenti ci sentiamo spesso incompresi, siamo confusi perché siamo stati stravolti da questo cambiamento quasi radicale. Abbiamo desiderio di emergere, di farci notare, di spiccare sugli altri; poi c’è l’emozione di essere innamorati, di provare sentimenti forti per qualcuno. Si cerca la solidarietà del gruppo per sentirsi accettati, scoppiano i primi conflitti in famiglia. Però in quest’età si scoprono anche valori come l’amicizia, l’amore, la sessualità, il senso di giustizia sociale.


Spesso però è complicato anche per noi comprendere quello che proviamo, le nostre emozioni, i sentimenti che stanno nascendo a causa del turbinio interiore che ci accompagna ogni giorno. Tutti noi proviamo le stesse ansie ed incertezze, preoccupazioni spesso banali ma per noi molto importanti, per doversi esprimere con il timore di essere giudicati
”.

L’adolescenza è un momento nel quale il giovane vive un processo di cambiamento e crescita, a livello sia fisico, sia psicologico, ed è sottoposto ad una notevole quantità di stimoli nuovi da parte del mondo esterno. Questo momento della vita rappresenta una sfida, un adolescente è chiamato, ad acquisire capacità critiche e di scelta, che gli permettano di districarsi tra i diversi cambiamenti  e i compiti che questo periodo della vita presenta. 

La pubertà è accompagnata da cambiamenti fisici, psicologici ed emozionali, che mirano a garantire, il successo riproduttivo. I suoi effetti sulla salute e sul benessere dell’individuo sono profondi e paradossali: se da un lato, la maturazione fisica porta l’adolescente,  a raggiungere in tempi rapidi maggiori livelli di forza, velocità e capacità riproduttiva, dall’altro la maturazione cerebrale, avviene in modo graduale e non è completa fino alla tarda adolescenza. 

Lo scarto esistente tra maturazione biologica e maturazione psico-sociale può considerarsi in qualche modo associato alle diverse problematiche che caratterizzano questa fascia d’età , quali depressione, disturbi psicosomatici, abuso di sostanze o comportamenti antisociali. L’adolescenza è un periodo della vita, ricco di possibilità, ma che non è immune da  pericoli e criticità, soprattutto se si considera la rapidità con cui oggi viene chiesto ai giovani di affrontare i compiti evolutivi legati all’identità, all’autostima, alla socializzazione, all’acquisizione di valori e obiettivi. L’adolescenza può dunque costituire una fase complicata non solo per i ragazzi, ma anche per i loro genitori, spesso in difficoltà nella gestione di una crescente complessità sociale e delle influenze esterne al contesto familiare. Gran parte degli anni dell’adolescenza e della prima età adulta sono dedicati all’istruzione e alla formazione, le aspettative dei giovani d’oggi sono diverse rispetto a quelle dei loro genitori. 

Come aiutare gli adolescenti in difficoltà? 

L’età adolescenziale sta progressivamente diventando oggetto di maggiore attenzione clinica, con particolare riferimento ai disturbi mentali dei giovani. Gli adolescenti presentano specifiche caratteristiche che devono essere tenute in considerazione, e rappresentano un gruppo eterogeneo, che include differenti fasi evolutive, differenze tra gli adolescenti più grandi e quelli più piccoli, differenze tra i maschi e le femmine. Inoltre, è importante ricordare che alcuni adolescenti sono particolarmente vulnerabili, pensiamo ad esempio ai ragazzi e alle ragazze cui manca il supporto di uno o entrambi i genitori, o sono vittime maltrattamenti, o ancora sono testimoni di episodi di violenza nel loro contesto familiare. L’obiettivo deve essere primariamente quello di individuare e realizzare interventi di promozione della salute, prevenzione, trattamento e presa in carico “per” i ragazzi, ma anche “con” i ragazzi, in uno sforzo mirato a promuovere la loro partecipazione attiva, fondato sull’ascolto e sul dialogo, per poter mettere in atto azioni concrete che permettano ai giovani non solo di sentirsi maggiormente tutelati, ma anche più capaci di responsabilizzarsi e responsabilizzare, i loro coetanei. Al fine di individuare possibili interventi e buone prassi, è però indispensabile avere una maggiore conoscenza delle problematiche e delle potenzialità, dei fattori di rischio e di quelli di resilienza che caratterizzano questa fase evolutiva. 

I comportamenti a rischio nell’adolescenza

Lo studio dei comportamenti a rischio adolescenziali è recente e ha acquisito maturità scientifica solo dagli anni ottanta del secolo scorso, quando si è compreso che la maggior parte delle cause di malattia e di morte in quell’età dipendano da comportamenti a rischio. Questi atteggiamenti pericolosi per la salute come l’uso di sostanze, il comportamento sessuale precoce, la guida pericolosa, il comportamento suicida e omicida, i disordini alimentarie il binge drinking . Queste condotte mettono in pericolo il benessere psicologico, sociale e fisico. Queste modalità di comportarsi hanno un senso e una funzione. Questi modi consentono al ragazzo o alla ragazza di sperimentare le proprie abilità e competenze, di testare i livelli di autonomia e controllo raggiunti e di sperimentare nuovi stili di comportamento. 

L’assunzione del rischio e la sperimentazione aiutano gli adolescenti a raggiungere indipendenza, maturità e a costruire una propria identità, tuttavia, può portare a mettere in atto comportamenti estremamente dannosi per la salute propria e altrui. Accanto alla necessità di mettersi alla prova, di saggiare le proprie forze, vi sono altri due fattori alla base dei comportamenti destabilizzanti dell’adolescenza: l’ottimismo irrealistico e la ricerca di sensazioni. Il primo è una distorsione cognitiva che fa sottostimare all’adolescente il rischio che corre, questa distorsione ha il suo senso, perché concorre a incoraggiare l’adolescente a mettersi alla prova. La ricerca di sensazioni è il desiderio e la ricerca attiva di novità e di intensità nelle esperienze. 

Che però si correla con comportamenti sessuali precoci e non protetti, l’uso di droga e alcol e altri comportamenti a rischio. Tra i comportamenti a rischio messi più frequentemente in atto oggi vi è l’utilizzo di stupefacenti, e il binge drinking, per l’adolescente alcool e le sostanze lo fa sentire invincibile e gli permette di anestetizzare le proprie vulnerabilità ed insicurezze. Aiuto ingannevole, che anzi toglie armi mentali che saranno preziose nell’agognata età adulta successiva. 

Com’è considerato il corpo in Adolescenza.

Nel difficile percorso dell’adolescenza anche il nostro corpo si trasforma, spesso ci sentiamo orribili ed inadeguati. Sempre intorno al corpo, alla sua immagine, alla sua sessualità si concentrano i nostri dubbi, i timori e le ansie. Un corpo nuovo, diverso, imprevedibile nelle sue mutazioni, che a volte provoca un senso di estraniamento o ci risulta inaccettabile. Gli adolescenti preferiscono le chat. L’essere “nativi digitali”, permette una familiarità con le nuove tecnologie da consentire un utilizzo al pari delle interazioni vis à vis. La sempre maggiore dimestichezza nell’utilizzo dei nuovi media e la possibilità di sentirsi maggiormente protetti dallo schermo di un pc diventano in questo caso, quindi, elementi positivi, che permettono ai ragazzi di potersi esprimere più liberamente. Il trend conferma quanto già evidenziato da ricerche internazionali che evidenziano come la chat sia preferita dagli adolescenti rispetto ad altre forme di consulenza. 

Quali sono le richieste di supporto psicologico? 

La maggior parte delle richieste di supporto psicologico riguarda la presenza di problemi relazionali con i genitori o con i coetanei, il disagio emotivo-psicologico, il bisogno di parlare, le paure e i problemi sentimentali. Le richieste di aiuto in emergenza sono invece relative principalmente a situazioni di abuso – fisico, sessuale e psicologico – comportamenti a rischio e atti autolesivi. La vita offline una delle problematiche per cui si riscontra un significativo aumento delle richieste di aiuto negli anni è legata ai comportamenti a rischio. In questa categoria rientrano tutti quei comportamenti in cui l’adolescente adotta comportamenti dannosi per sé e/o per gli altri. 

Tra questi, destano particolare attenzione l’assunzione di sostanze stupefacenti e/o alcoliche e i comportamenti sessuali a rischio. Una elevata percentuale di danni alla salute e di morte prematura in giovane età nelle nazioni più sviluppate è attribuibile all’abuso di alcol e droghe. Secondo l’OMS, l’abuso di alcol e di sostanze è tra i primi cinque fattori di rischio per la salute dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni in America e in Europa. Risultano efficaci interventi di prevenzione svolti in età evolutiva, focalizzati a prevenire l’esordio di comportamenti a rischio in contesti come famiglie vulnerabili, scuole e comunità. 

Alcuni gruppi, in particolare adolescenti e giovani adulti, possono essere particolarmente vulnerabili nello sviluppare forme di dipendenza, questo accade perchè alcune regioni cerebrali, nello specifico quelle coinvolte nel controllo del comportamento, maturano più lentamente delle aree cerebrali implicate nella messa in atto di comportamenti basati su una ricompensa, come quelli legati all’uso di sostanze. 

La relativa immaturità, negli adolescenti, di regioni cerebrali come la corteccia prefrontale, implicata in processi emozionali e motivazionali come ad esempio il desiderio incontrollabile di sostanze o di cibo, rende proprio per questo gli adolescenti biologicamente più vulnerabili per quanto riguarda comportamenti di dipendenza. La motivazione con cui i ragazzi provano, sperimentano e si confrontano con l’abuso di sostanze, non è solo quella di trasgredire, ma anche e soprattutto quella di sentirsi parte del gruppo dei pari. Spesso gli adolescenti che contattano per problemi legati all’abuso di alcool o sostanze stupefacenti riportino al contempo situazioni di abuso fisico o sessuale così come situazioni familiari caratterizzate da conflittualità elevata. 

Le situazioni in cui l’adolescente fa abuso di sostanze spesso sono legate ad altri comportamenti a rischio, tra cui tentativi di suicidio , sessualità vissuta in modo disinibito. Alla luce di tutte queste considerazioni, risulta molto importante focalizzarsi su interventi integrati e precoci sui fenomeni degli abusi e dei comportamenti a rischio in adolescenza. Gli interventi che si sono rivelati maggiormente efficaci sono quelli basati sull’identificazione precoce di alcuni pattern di comportamento pericolosi e disfunzionali e sulla rilevazione di alcuni fattori di rischio, quali ad esempio famiglie vulnerabili, contesti scolastici e sociali poco supportivi. 

Le difficoltà relazionali? 

Un altro tema da prendere in considerazione è quello delle difficoltà relazionali che molti adolescenti dichiarano di avere sia con figure educative adulte (genitori, insegnanti, educatori) sia con i pari (compagni di scuola o amici). Anche se il tema è certamente meno pervasivo e allarmante di altre motivazioni di contatto, deve essere fatto oggetto di riflessione, al fine di evitare che problemi relazionali possano degenerare, in violenza o in atti di bullismo e prevaricazione. Con i genitori i problemi di relazione con i genitori sono un dato da tenere in considerazione perché meno gli adolescenti parlano, si confidano e si confrontano con i loro adulti di riferimento, più sarà facile che possano assumere comportamenti a rischio o mettersi in situazioni di pericolo senza poi sapere a chi rivolgersi nei casi di difficoltà. Il trend risulta in aumento per le difficoltà relazionali con i genitori.  

Iperconnessi ma soli? 

I problemi di relazione con i coetanei sono infatti un dato significativo che emerge dai trend degli ultimi anni delle richieste di aiuto all’Associazione. I ragazzi sono costantemente connessi alla Rete e perennemente alla ricerca di approvazione, di “like” da parte degli amici virtuali. Nell’adolescenza, in particolare, il gruppo dei pari riveste un ruolo decisivo per la costruzione di un’identità integrata e di una buona autostima da parte dei ragazzi. Se molti adolescenti appaiono informati e consapevoli dei rischi di Internet – e sembrano sapere come difendersi – altri dati mostrano adolescenti non sempre attenti a come proteggersi online, incapaci di prevedere le conseguenze delle proprie azioni. Il bisogno di esserci, il desiderio di farsi vedere, farsi ascoltare, di condividere sembra abbassare in molti casi la soglia di guardia e prevalere su ogni cautela, come nel caso dei selfie inviati a sconosciuti e, a maggior ragione, del sexting. 

La riservatezza resta comunque un “must” dell’adolescenza – quasi 1 ragazzo su 5 afferma che i genitori non conoscono tutto quello che il figlio fa – così come la richiesta di maggiore libertà e autonomia, unita ad un vissuto di insofferenza davanti a tutto ciò che viene percepito come “limite” e “invadenza”: più di 1 adolescente su 4 ritiene che i suoi genitori dovrebbero fidarsi di più di lui/lei ed degli 11-14enni vorrebbe che i genitori concedessero loro maggiore libertà. 

I ragazzi, dunque, da un lato, desiderano affetto, dall’altro chiedono libertà e comprensione. Gli adolescenti di oggi sembrano aver bisogno non tanto di informazioni – tra internet e televisione sono immersi in un costante flusso informativo che permette loro, in tempo reale e su qualsiasi argomento, di trovare informazioni pressoché su ogni cosa – quanto piuttosto di un punto fermo con cui confrontarsi e rielaborare le informazioni apprese, per riuscire a “capire”, oltre che semplicemente “sapere”: di un ruolo, dunque, pienamente “formativo” ed “educativo”.